giovedì 11 gennaio 2007

Di Terzani e della Fallaci

Non possiamo debellare il male del terrorismo senza eliminare il male che è nel grembo dell'occidente: Tiziano Terzani, allievo di Ghandi e Buddha dà una grande lezione di stile alla valchiria Oriana Fallaci.
Usando l'intelligenza e la soave contemplazione degli orientali anzichè la vorticosa, nevrotica e corriva stupidaggine consequenziaria occidentale. Elmetto e parabellum vanno bene ai gonzi che travestono il problema dei tempi (l'imponderato scontro di civiltà e di religioni) con il confortevole e comodo costume della tragedia greca, con tanto di sacerdotesse, responsi e visioni di prescenza divinatoria estratte dalle vive viscere di animali. Uno stile e un gusto macabro come ogni dottrina ingessata, come ogni mortifero credo ideologico che si crede al di sopra dell'uomo e della ragione solo perchè la temperie politica internazionale è di merda e in tutto questo casino è ritenuto saggio scordarsi il relativismo, essenza nascosta dello spirito democratico e non solo rilassante cacadubbismo.
Terzani è un monaco guerriero nel senso dello spirito; anacoretico ed eretico, paziente e tollerante anche nelle critiche spietate, che sono poi il comodo domicilio di colui che ha capito poco o nulla, che è rimasto basito e travolto dagli eventi senza aver avuto tempo e perizia di esaminare la faccenda a sangue e mente fredda. L'uomo di mondo fattosi uomo della strada, defilatosi da ogni impegno e uscito in tempo dalla casa dell'ideologia, in tempi non sospetti, quando ancora il tetto reggeva in tutta la sua solidità.
Per farla breve Terzani si aggrappa Leopardianamente allo scoglio della ragione, del relativismo, dell'utile e rivelatoria speculazione filosofica e storica. Fa degli esempi elementari, daccordo, ma su cui nessuno degli storiografi si è seriamente soffermato, occupato a stilare cifre statistiche fredde come ghiaccio, sancire l'ascesa o la caduta di grandi potenze, celebrare il declino dell'occidente. Dimenticando il lato delle conseguenze etiche e morali del colonialismo, delle ferite e dei virus, insomma la nemesi storica che potrebbe coglierci in vecchiaia, oramai santi e buoni, democratici e altruisti verso il resto dell'umanità che ieri c'è servita da risorsa umana per lo sviluppo della nostra civiltà.
Come direbbe un prof. di storia economica ai suoi allievi, come diceva Himmler alle sue SS.

Filippo Barbera

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