sabato 29 dicembre 2007

L'Italia disperata di Vespa e i ricordi dell'elefantino

Quando sfoglio Panorama ho modo di scorgere sempre uno o due articoli che prima mi fanno accapponare la pelle, poi mi invitano a ridere e da ultimo mi lasciano nella più consistente delle perplessità.
Pezzi del genere, in grado di darti più emozioni degli stupefacenti o degli alcolici, portano solitamente la firma di Bruno Vespa e dell'elefantino, raramente di quell'altro soggetto da neurodeliri, l'ottimo Guzzanti senior. Il giornalista due ruote spiegava, presumibilmente bagnando di lacrime il foglio ... pardon, la tastiera del computer, spiegava insomma come sia diventato facile per i Giovani d'oggi (categoria dello spirito
ormai stracca dunque degna di maiuscola) procurarsi cocaina, eroina e altre droghe. Lui, all'uopo, dopo il delitto di Meredith Kercher, la studentessa inglese assassinata a Perugia, ha sguinzagliato proprio nella bella e serena città umbra una segugia di Porta porta, con l'evidente finalità di comprovare il clima decadente e la rilassatezza di costumi che regnano in loco. Inviate 007, plastici della casa degli orrori, happening e non parliamo di quando si mette a fare la cavia, bevendo vino per sottoporsi poi alla prova del palloncino: che fenomeno, che professionista! Il titolo del pezzo, me l'ero quasi scordato, recitava "Perugia, spaccato d'Italia". L'intenzione è di fare di tutta l'erba un fascio, malvezzo che oggi non ha più senso rimproverare ai media, tanto tracimante e nauseabondo è l'uso che ne fanno. Vespa segue il canovaccio di un moralismo diffuso presso la middle class che magari in edicola compra soprattutto Panorama e in Tv guarda specialmente quel talk show imbarazzante nella seconda serata di Rai1. Ma lasciamo perdere, altrimenti mi impantano nella solita stroncatura anti Tv. Dunque, questa impavida inviata portaportesca dimostrava come la coca pullula, arrivando a dare dei punti persino al commercio al dettaglio di frutta e verdura, e come gli esercenti di tali traffici loschi si piazzino nei luoghi strategici e affollati, tipo le pubbliche piazze, le entrate di edifici comunali o ecclesiastici, nelle scuole e nelle università. Diciamolo: una Sodoma e Gomorra a cielo aperto e a circuito chiuso. La forza pubblica con il suo knut rappresentato dalla legge stanno a guardare, come scrive sull'Espresso il Walker Texas Ranger Giampaolo Pansa, in vena di tolleranza zero e di ammiccante ironia alla difesa bricolage fai-da-te. Tornando dal milionario gazzettiere a due ruote, c'è da dire per concludere, che l'articolo chiosa con una intensa paternale sui bei tempi andati, quando le adolescenti vestivano grembiuoloni monacali, arrossivano e per diventare ragazze madri avevano la buona educazione e la pazienza di aspettare almeno i diciotto anni. I ragazzi vestivano alla marinara fino ai tredici anni di età, coi bravi calzoni corti e il berretto alla Gianburrasca. Allora perchè la Rai non fa un repulisti di vedette, praticamente una retata antimignotte, reintroducendo la mitica donna Letizia, maestra di educandato?
Meglio tacere e andare alla categoria "ricordo cose che voi umani non potete neanche immaginare".
L'elefantino sposato con la giraffa Dall'Olio ricorda per l'appunto i favolosi anni settanta, quelli di piombo e dei porci volanti con le P38 e le stragi di stato. Lui c'era in quel maledetto decennio politicamente rossonero (non ancora nel senso di Berlusconi) nella violenza screanzata di ideologie miserabili, soprattutto la rossa (non ancora nel senso di M.V. Brambilla), che si voleva liberatrice e romantica e pura come la lavanda, anche se gli toccò avere tra le sue fila solo una Faranda. Violenza e insoddisfazione nichilistica tradottesi in realtà dopo che molti troppi intellettuale gauchisti, qualcuno anche in buona fede - "come l'usignolo della chiesa cattolica Pasolini" il quale, aggiungo io, farà una bruttissima fine, sic! -, avevano sparso inchiostro sporco fomentando una generazione, la prima, nata all'insegna del welfare e di un relativo benessere. Le vittime di quella generazione, al di là dei Moro, dei Calabresi, degli agenti di scorta e di tutti i gambizzati, furono anche quei giovani che, come Adriano Sofri, da quell'onda anomala di furore si lasciarono sopraffare.
Perfetto. L'elefantino dimentica Valle Giulia ma forse la memoria ha fatto cilecca; strano perchè lui c'era a picchiare i poliziotti, "lui centra", come recita il motto dell'Udc. Ovvio che l'amarcord elefantiaco chiuda la parabola accomunando i violenti di allora coi Black block, i no Global e il popolo di Seattle di oggi.
Ho gia scritto di questa generazione perduta che vede nei ragazzi del presente i vizi oscuri del loro passato.
Posso solo citare Massimo Fini, che con parole memorabili e coraggiose condanna la classe del sessantotto, delle leve irresponsabili, buone a nulla, ricattatori e cinici, assassini nei fatti e nelle parole, assidui fedeli del millenarismo: ieri comunista e di sinistra; oggi americano e di destra. Nonostante facciano la parte degli scandalizzati, dei benpensanti interessati a conservare l'ordine pubblico, dei personaggi dostoevskiani che hanno saldato i debiti col prossimo e chiuso col passato (a differenza, sostengono, di altra meglio gioventù come Gino Strada, Toni Negri, Mario Capanna ecc.), nonostante tutto, questa marmaglia rimane identica a se stessa a distanza di trent'anni. Hanno solo cambiato collocazione.

Nessun commento: