sabato 29 dicembre 2007

L'homo faber

Marcello Veneziani avrà sicuramente annusato l'aria di decomposizione che pervade il centrodestra. Altrimenti come si spiega il pezzo pubblicato su Libero (l'organo di destra più malinconicamente spassionato nel servire il suo capatàz) avente quasi un carattere di necrologio, di carme in morte di Silvio Berlusconi. Sproloquia il nuovo Papini (solo per l'acconciatura spericolata, però): lo ricorderemo non come un politico, quello che galvanizzò e rese selvatico il ceto medio-alto, ma come l'homo faber creatore di partiti, movimenti, iniziative e manifestazioni di massa nella migliore tradizione populista. L'alchimista munito di prscienza e poteri arcani che resuscitò e legalizzò la destra estrema italiota, ripescandola e riverniciandola, rendendo praticamente nuovo un pezzo d'antiquariato che saliva agli onori della cronaca solamente per avanzare modeste proposte di antico sapore, folcloriche, come la reintroduzione della pena di morte contro il brigatismo. L'uomo che se ne fotte delle regole democratiche e dei formalismi proprio perchè è vicino col cuore - più che col portafoglio - al cittadino italiano per eccellenza: strafottente, devoto liberale nella sua ribalderia, volpone e maramaldo, misoneista e molto ma molto fascista, eternamente fascista, impregnato dal mito dell'impero romano fecondatore della kultur, svalutata poi nella modesta civilization anglosassone. Ricorda Massimo Teodori, altro poeta al capezzale del genio moribondo, che l'Italia è stato da tempi immemorabili un paese conservatore e volendo esagerare pure mezzo fascista, golpista, insofferente a regole democratiche, vitale e generoso ma pronto a trasformarsi belva sprezzante della "sensibilità democratica" comunista o radical chic, suscettibile di scelte severe atte a mantenere lo status quo. Per un liberale come si autodefinisce, forse con troppo amor proprio, Teodori, non è niente male la scoperta a sessant'anni suonati dell'umore sostanzialmente fascista covato dal proprio paese. Io vorrei ricordare l'altro Teodori, quello che coi suoi ex compagni radicali faceva il movimentista e l'attivista per i referendum su divorzio e aborto per "modernizzare il paese", metterlo al passo con le nazioni civili e guai a chi si volta: anche se i zuavi pontifici sono una maggioranza, silente, indietro non si torna. Il Teodori scandalizzato che intimava le dimissioni allo stato maggiore democristiano colluso colla P2 esalta un ex piduista perchè capace di introiettare e rappresentare i bisogni del "paese reale". Complimenti, dottor Teodori. Complimenti davvero. Possiamo consolarci pensando che in definitiva si tratta di un commiat, di un addio al passato verdiano a cui è totalmente preclusa la luce radiosa del futuro. Ognuno prega ed esalta i propri santi, per carità, ma esaminando i trascorsi di qualche devoto e confrontandolo con la specie di santo a cui si rivolge, viene un pò di rabbia e sorge pure una leggera sensazione di nausea foriera di conati di vomito.

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