sabato 3 maggio 2008

Niente scherzi, siamo compagni

Liberazione indica la strada per la revanche della sinistra: dare ragione a Proudhon, il quale diceva una cristallina verità quando affermava che la proprietà è un viscido furto. Piero Sansonetti, a cui pare Berlusconi e la sua gang dia poco fastidio, filosofeggia sui redditi in piazza e combina un pastrocchio stiracchiatissimo. Primo, pubblicare online i redditi degli italiani scantena un incivile corsa dei voyeur fiscali, i ficcanaso, le sacche umane di bile invidiosi del vicino o del collega d'ufficio. Secondo Vincenzo Visco è l'unico che da sessant'anni a questa parte si sia sforzato di far pagare i tributi a tutti gli italiani, dunque merita un deferente rispetto (condivisibile). Terzo, quando gli spiati sono politici trafficoni, affaristi privi di ritegno, scriteriati manager dagli istinti sibaritici tutti, chi più chi meno, gridano alla morte della privacy, prevedono l'avvento di un Grande Fratello prossimo venturo, un mondo nuovo dominato dal controllo mediatico. Quarto e ultimo punto, i ricchi recriminano sdegnati una violazione della privacy solo quando si portano i loro conti in piazza per amore della trasparenza, madre di due splendidi figlioli come la giustizia e la libertà. E poi, delenda carthago del satiro Piero, la proprietà è un furto, a dispetto di un epoca di mala tempora ove si tende a ricordare che la proprietà non è più un furto (una tempo forse lo era, ma la gente è cambiata e ha preso alla sprovvista i pedoni proudhoniani, mettendoli sotto col gigantesco Suv, altro oggetto simbolico ricorrente negli editoriali dell'organo rifondarolo (ex?). Ps. Grillo si è imbufalito nel vedere i suoi guadagni dati in pasto alla pubblica opinione, al popolo della rete, lui che esalta le potenzialità di trasparenza e oggettività di Internet. Articolo parzialmente sposabile eccezion fatta per tre cose che ora proverò a glossare. Innanzitutto nel secondo punto il direttore dovrebbe spiegare perchè la Sinistra Arcobaleno non ha fatto in campagna elettorale un elogio dei pochi apporti positivi del governo Prodi, visto che promuove in pieno il lavoro svolto dal viceministro dell'economia. Terzo punto, sulla "privacy negata"ai pezzi grossi anche la stessa Liberazione è insorta; durante lo scandalo Berlusconi-Saccà per mano dello stesso direttore vergò a chiare lettere il seguente lapidario giudizio "intercettazioni sacrosante, ma non è così che si fa politica", una frase ambigua che può voler dire tutto e niente. Dispiace ma anche il poscritto toppa forte: Grillo si contraddice e risulta un grande ipocrita quando si indigna per la propalazione dei redditi: è la semplice applicazione del pensiero grillino di massima trasparenza grazie alla Rete. Sui guadagni notevoli - ma non certo esorbitanti - del comico genovese qualcuno ci sarà rimasto sicuramente perplesso o deluso, ma Grillo quei soldi li ha guadagnati legalmente col suo mestiere, facendo l'attore, l'affabulatore e il comico prestato non alla politica ma all'attivismo civile. Non ha estorto nessuno, non ha usufruito di regalie nè tantomeno del denaro pubblico. Al contrario del giornale Liberazione, che come tutti gli organi di partito o meno, incassa la sua brava quota. Legittimo per carità, ma se invece di buttare peti filosofici pestilenziali si cominciasse a seguire il consiglio di Travaglio, demolire la Gasparri permettondo ai giornali di finanziarsi con la pubblicità al momento sequestrata da Rai e Mediaset ed evitando di pagare la salata multa arrivataci dalla Corte costituzionale europea? Insomma la prassi invalsa nei paesi normali, liberali, democratici. La proprietà è - a prescindere - un furto e i proprietari sono dei ladri. Berlusconi invece ha costruito il suo impero all'ombra dello Stato, grazie ai favori della politica (che gli ha assegnato, per decreto, frequenze pubbliche, di tutti) e al riparo dal mercato concorrenziale e selettivo. A danno, ovviamente, di veri imprenditori come Francesco Di Stefano. Ergo Berlusconi è un comunista di Stato, un monopolista, un boiardo della peggior specie (avete presente il Prodi versione Iri?). Sarà per questo motivo che il cavaliere piace tanto ai compagni come Sansonetti.

Nessun commento: