mercoledì 26 settembre 2007

Mastella di casa nella cloaca


Se la Giustizia è nello stato comatoso che conosciamo gli aerei di Stato non c'entrano niente. L'abuso degli aerei di Stato non costerà mai quanto gli abusi delle intercettazioni telefoniche, delle interminabili indagini preliminari o della carcerazione preventiva. Mastella con un voto lo si manda a casa. I giudici no”.


Il ministro di grazia e giustizia Clemente Mastella si prende una bella rivalsa sui suoi acerrimi nemici blogger aprende un blog. Da qui si difende dalle accuse che quotidianamente gli piombano in testa: abuso di potere, nepotismo, malversazione e altre porcherie che nel suo caso sembrano essere non veniali defaillance ma regolare prassi. Un momento, ho sbagliato. Il superministro eclettico e flessibile, uso a fagocitare tutte le misure di lotta antisistema, dagli scioperi della fame farsa ai blog, non è che neghi le accuse bensì si limita a sminuirle, in linea col Craxi - pensiero del “così fan tutti”. Prodi dice i cittadini non sono migliori dei politici e avrebe anche ragione se si riferisce ai centinaia di migliaia di evasori fiscali incoraggiati in questi ultimi anni dal permissivismo giuridico inaugurato dalla casta politica. Mastella più modestamente fa l'indiano fermandosi a parlare del suo spazio di competenza, la giustizia. La giustizia italiana sta male, verissimo, ma la colpa non è dell'indulto né del sor Clemente, che ci tiene a premere il pedale sull'acceleratore del vittismo più impunito e coglionatorio autoproclamandosi “capro espiatorio”.

Il viaggio a Monza, costato decine di milioni di vecchie lire, per andare a vedere il gran premio col figliolo è stata una carognata, uno sbaglio, un rutto in faccia ai cittadini. Ma non è stato minimamente una mancanza nei riguardi dei contribuenti, perchè questi vengono già gabbati pagando le indagini dei magistrati eversivi vogliosi di notorietà, col loro corollario di intercettazioni e processi dispendiosi. Dunque ricapitolando Clemente Mastella mette sù blog per diffamare – da guardasigilli - i giudici scialaquatori che a mala pena ricevono le scorte e i fondi per pagarsi la benzina. Sublime. Lui in fin dei conti non ci tiene neanche ad essere un buon politico perchè ammette gli abusi con tracotante flemma; semmai si appella alla divina provvidenza delle urne: “Mastella con un voto lo si manda a casa. I giudici no”. Già, sono un delinquente, ma legittimato dal voto degli elettori; sono uno schifoso che si permette lussi coi quattrini dei tassati, ma fra cinque anni (tre e mezzo se Dio vuole) potrete liberarvi di me. E la democrazia bellezza.


Filippo Barbera


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